traducciones-89-roehyke.jpg Erri de Luca

No. 90 / Junio 2016


Mesa de traducciones





Erri de Luca

Traducción de Lucrecia Arcos Alcaraz



A mia madre

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.



In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,

fuori di te l'accrescimento è stato immensamente meno.



Sono sgusciato dalla tua pienezza

senza lasciarti vuota perché il vuoto
l'ho portato con me.

Sono venuto nudo, mi hai coperto

così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.



Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.

Quella l'inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l'insegna il figlio.



Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,

da te ho ascoltato il primo libro

dietro la febbre della scarlattina.



Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,

a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,

a finire parole crociate, ti ho versato del vino
e ho macchiato la tavola,

non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,

da te ho imparato il lutto e l'ora di finirlo,

a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari

Non il loro peso
A te ho nascosto tutto.

Ho promesso di bruciare il tuo corpo

di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello del vulcano che ci orientava il sonno.
Ti spargerò nell'aria dopo l'acquazzone
all'ora dell'arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

 

A mi madre

Dentro de ti fui albúmina, huevo, pez,
atravesé en tu placenta
las eras infinitas de la tierra,
fuera de ti me cuento en días.

Dentro de ti pasé de célula a esqueleto,
me hice grande un millón de veces,
fuera de ti el crecimiento fue inmensamente menor.

Me escapé de tu plenitud
sin dejarte vacía porque el vacío
lo traje conmigo.

Vine desnudo, me cubriste,
así aprendí desnudez y pudor,
la leche y su ausencia.


Pusiste en mi boca todas las palabras
a cucharaditas, menos una: mamá.
Ésa la inventa el hijo moviendo los labios
ésa la enseña el hijo.
De ti tome las voces de mi tierra,
las canciones, los insultos, los conjuros,
de ti escuché el primer libro
detrás de la fiebre escarlatina.

Te he ayudado a vomitar, a hornear pizza,
a escribir una carta, a encender un fuego,
a terminar crucigramas, te he derramado vino
y manchado la mesa,
no te he puesto un nieto sobre las piernas,
no te hecho llamar a una prisión,
no todavía,
de ti aprendí el luto y la hora de terminarlo,
me parezco a tu padre, a tu hermano,
no he sido hijo.
De ti heredé los ojos claros
mas no su peso,
A ti te oculté todo.

Prometí quemar tu cuerpo
no dárselo a la tierra. Te daré al fuego
hermano del volcán que orientaba nuestro sueño.
Te esparciré en el aire después del aguacero,
a la hora del arcoíris
que te hacía abrir grandes los ojos.

 

Due

Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso.

 

Dos

Cuando seamos dos seremos vigilia y sueño
nos hundiremos en la misma pulpa
como el diente y su segundo,
seremos dos como son las aguas, las dulces y las saladas,
como el cielo, del día y de la noche,
dos como son los pies, los ojos, los riñones,
como los tiempos del latido
los golpes del aliento.
Cuando seamos dos no tendremos mitad
Seremos un dos que no puede dividirse con nada.
Cuando seamos dos, ninguno será uno,
uno será igual a ninguno
y la unidad consistirá en el dos.
Cuando seamos dos
cambiará también de nombre el universo
se volverá diverso.